Le classi di attivo – Asset Class

In questo articolo andiamo a conoscere e ad analizzare le varie classi di attivo del mondo degli investimenti finanziari. Prima di iniziare voglio invitare, chi non lo avesse ancora fatto, a leggere l’articolo introduttivo, dove spiego cos’è un investimento, spiego la differenza tra questo ed una speculazione ed inizio a descrivere le varie classi  in modo da avere un’infarinatura generale sul tema. 

Voglio ancora fare una precisazione, a mio avviso molto importante, prima di proseguire. Le varie classi di attivo che andremo a conoscere non devono essere scelte singolarmente ma modulate, in base alle varie esigenze personali, in modo da creare un portafoglio armonioso. Questo è fondamentale per avere buoni risultati poiché i vari asset lavorano in maniera  decorrelata fra loro, in parole povere se alcune classi salgono le altre possono scendere. 

Effettuando una meticolosa diversificazione si può andare a mitigare le oscillazioni che il mercato finanziario regolarmente presenta, riducendo notevolmente il rischio senza tralasciare il rendimento. Non dimentichiamo mai che un investitore deve puntare prima a non perdere soldi e solo dopo a far rendere il portafoglio nella sua totalità. 

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Passiamo adesso al fulcro dell’argomento. Vi sono otto grandi classi di investimento:

  1. Liquidità (Cash in inglese);
  2. Obbligazioni (Bonds);
  3. Azioni (Stocks);
  4. Materie prime (Commodity);
  5. Valute (Forex);
  6. Immobili (Real estats);
  7. Lusso e Arte (Luxury & Art);
  8. Fondi speculativi (Hedge Fund)

Ho Inserito  il vocabolo  inglese a fianco dell’italiano non a caso. La scienza che studia la finanza in generale e tutte le dottrine di pensiero più rilevanti vengono dagli Stati Uniti. Li, sia per ragioni storiche che sociali, troviamo i maggiori investitori del mondo e trovo giusto iniziare ad abituare il lettore alle terminologie anglosassoni. Così facendo, si acquisisce dimestichezza con la terminologia tecnica e non ci si troverà spiazzati quando alla televisione si sentirà una notizia finanziaria o quando si vorrà leggere un articolo sul Sole 24 Ore. 

Andiamo adesso ad analizzare le classi elencate una per una. 

LIQUIDITA’

Anche se molti non lo sanno, i soldi che teniamo fermi sul nostro conto corrente, o per i più diffidenti e tradizionalisti sotto il materasso, sono una vera e propria classe di attivo. Questa è assolutamente indispensabile per avere un portafoglio ben bilanciato. Le sue due principali funzioni sono:

  • assicurare disponibilità economiche immediate  per affrontare le spese che quotidianamente sosteniamo ed avere un “polmone” di sicurezza in caso di imprevisti. In tal modo si potrà evitare di ricorrere al credito ed ai costi ad esso connessi. Per fare un esempio se una persona non ha disponibilità immediate e si trova a dover sostituire l’automobile o sostenere un intervento dentistico dovrà per forza chiedere un finanziamento, accollandosi i costi annessi;
  • permettere di cogliere celermente le opportunità che il mercato offre o correggere eventuali errori in fase di acquisto. E’ assolutamente normale, nonostante le competenze dell’investitore, commettere qualche errore o dover effettuare dei ribilanciamenti periodici al portafoglio. Tutto questo è impossibile senza avere soldi da utilizzare subito. Inoltre il mercato, a volte, offre delle enormi possibilità di acquisto che solo avendo liquidità (e competenze necessarie) si possono sfruttare al meglio. Esempio principe è il crollo delle borse verificatosi nel marzo 2020 a causa della pandemia da Coronavirus. In un mese queste,  hanno perso dal 20 al 40% del loro valore. Molti investitori, me compreso, andando in controtendenza, non solo non hanno venduto per paura ma hanno comprato, investendo pesantemente. Così facendo è stato possibile  comprare “a sconto”  ed ottenere ottimi rendimenti in poco tempo, evento molto raro. 

Questa classe di attivo è la prima che elenco sempre poiché è da qui che bisogna partire. Senza soldi da investire non esiste investimento possibile. Ma ancor prima di pensare a come far rendere al meglio i propri denarii dobbiamo crearci, con il risparmio e un’accurata gestione delle nostre entrare ed uscite, il famoso polmone di sicurezza. Solamente dopo si potrà pensare al resto. 

OBBLIGAZIONI

Le obbligazioni sono uno degli strumenti finanziari più conosciuti nel nostro paese e nel mondo. Sono dei titoli di debito per chi li emette e dei titoli di credito per chi li acquista. L’emittente stipula un contratto in cui si impegna a rimborsare il capitale ricevuto più gli interessi periodici spettanti al compratore. Questi interessi prendo il nome di cedole che verranno riconosciute nella percentuale e nei tempi previsti dal contratto stipulato, mentre il rimborso del capitale avverrà in un’unica soluzione allo scadere dello strumento.  

L’emittente può essere una società privata privata o  un ente pubblico. Anche le nazioni possono emettere obbligazioni, in questo caso si parlerà di titoli di stato, ma il prodotto non cambia. 

Lo scopo di questi strumenti finanziari per il soggetto emittente è quello di reperire capitali da reinvestire a tassi di interesse minori rispetto a quelli offerti dal comparto bancario. Per il compratore invece i bonds rappresentano un mezzo con cui assicurarsi delle entrate periodiche e per diversificare al meglio il proprio portafoglio. 

Possono essere acquistate sia sul mercato primario che secondario. Nel primo caso la compravendita avviene al momento della prima emissione al pubblico direttamente fra emittente e acquirente. Nel mercato secondario invece, il titolare dell’obbligazione lo immette sul mercato (al prezzo corrente) per venderlo prima della scadenza e rientrare della quota capitale.

Le obbligazioni possono essere suddivise in due macro categorie:

  • Ordinarie (dette anche plain vanilla);
  • Strutturate

A loro volta quelle ordinarie si dividono in ordinarie a tasso fisso ed a tasso variabile. A volte si trovano anche obbligazioni a tasso misto con un minimo di interesse garantito e una percentuale opzionale in base all’andamento dei mercati finanziari.

Le strutturate sono prodotti più complessi che presentano anche investimenti su derivati. Per il momento meglio non approfondire l’argomento per non complicare troppo la lettura. 

Come tutti gli strumenti finanziari, le obbligazioni hanno anche dei rischi associati. I principali i rischi sono:

  • Rischio emittente: ovvero il rischio che chi ha emesso il titolo fallisca prima della scadenza rendendo impossibile il rimborso totale o parziale del debito;
  • Rischio di interesse che avviene quando il prezzo del titolo diminuisce a seguito della variazioni dei tassi in interesse. Le più soggette a questo rischio sono le obbligazioni a tasso fisso di lungo periodo;
  • Rischio liquidabilità: ovvero la difficoltà che si trova quando si cerca di vendere il titolo sul mercato secondario prima della scadenza. Generalmente soggette a questo rischio sono tutte i bonds emessi da società piccole e poco conosciute, quindi meno richieste;
  • Rischio cambio riguarda invece i titoli denominati in valuta differente a quella del paese dove risiede l’acquirente. Se si acquista un titolo di stato americano infatti si è soggetti al cambio euro dollaro che può incidere negativamente (ma anche positivamente) al momento della liquidazione del suddetto titolo. 

AZIONI

Altra grande macroarea di attivo è quella delle azioni. Insieme a liquidità ed obbligazioni, sono strumenti indispensabili per un portafoglio. 

Come vedremo in seguito, le altre classi di investimento possono essere opzionali,in base alla propensione al rischio ed al patrimonio dell’investitore,  ma le prime tre non devono mai mancare. 

Ma andiamo a vedere cosa sono. Le stocks sono le singole parti in cui è diviso il capitale sociale delle società per azioni. Detto in parole semplici sono veri e proprie “pezzi di una società”. Acquistando un’azione infatti l’investitore diventa azionista, o il altri termini socio dell’emittente. 

Le azioni possono essere:

  1. Quotate: quando vengono emesse da aziende quotate in borsa;
  2. Non quotate: quando vengono emesse da società non quotate.

Le prime hanno sicuramente un vantaggio sia in fase di acquisto che in quella di vendita. Essendo emesse da note realtà e grazie ai grandi volumi presenti sul mercato sono facilmente e velocemente acquistabili e liquidabili in base alle esigenze. Questo comporta generalmente un maggior prezzo di acquisto.

Per quanto riguarda invece le azioni non quotate, il prezzo più basso ed accessibile, si tramuta in una più difficoltosa reperibilità sul mercato ed a una maggior complessità in fase di vendita. 

Onori e Oneri dell’azionista

Chi decide di investire in azioni deve tener conto del rischio associato principale, ovvero il rischio di impresa. A differenza dell’investimento in obbligazioni, dove si è creditori nei confronti dell’azienda emittente, qui il possessore dello strumento è un socio. Come tale, al pari di un imprenditore, se l’azienda va bene guadagnerà se va male perderà. Vi sono modi più tecnici per spiegare il concetto ma per il momento è inutile complicare troppo le cose. Inoltre la semplificazione, per il sottoscritto, è la chiave per estendere la cultura finanziaria in Italia. 

Detto il rischio vediamo i privilegi di un azionista. I principali sono:

  • percezione dei dividendi, se decisi ed erogati dalla società; 
  • diritto di voto nelle assemblee riservate ai soci;
  • possibilità di impugnare delibere assembleari;
  • consultare alcuni libri sociali dell’azienda.

Il primo è quello più interessante. Bisogna sapere che chi investe in azioni ha due opportunità di guadagno. La prima è in conto capitale ovvero un aumento del valore dell’azione nel tempo, il secondo è l’incasso dei suddetti dividendi. 

MATERIE PRIME

Le materie prime o commodity in inglese, sono un classe di attivo a me molto caro. Si tratta di beni primari indispensabili per l’uomo. Chiamate anche beni fungibili, possono essere raggruppate in due grandi categorie:

  • Soft commodity;
  • Hard commodity.

Le prime sono quelle che derivano dal settore agricolo e dall’allevamento.Fra queste troviamo frumento, zucchero, cotone, tabacco, bovini, suini ecc. Le secondo sono invece le materie derivante dal settore estrattivo ed energetico. Fra le molte spiccano i metalli preziosi, il carbone, l’alluminio, il petrolio fino ad arrivare all’energia elettrica ad affini. 

Il valore di questi prodotti non lavorati è uguale in ogni parte del mondo. Un chilo di oro per esempio, avrà pari valori sia che venga estratto in Italia sia che provenga dalla Cina. Per questa caratteristica il prezzo di tali materie è fissato direttamente dal mercato in base alla domanda e offerta. 

Come funziona il mercato delle materie prime

Per investire in questa classe si deve distinguere le stesse in due tipologie:

  • materie prime tradizionali : ovvero quelle che possono essere acquistate direttamente come oro, argento, platino,  grano, orzo ecc;
  • materie prime non tradizionali: tutte quelle che non possono essere acquistate direttamente ma solo attraverso strumenti finanziari di aziende che lavorano nel settore. Ne sono esempio l’energia eolica, energia solare, il carbone ecc. 

Al pari delle prime 3 classi di attivo viste, oggi le materie prime rappresentano un’opportunità di investimento interessante anche per il piccolo investitore. Vi sono infatti indici e strumenti finanziari appositi che le rendono accessibili a tutti. 

VALUTE

Arrivati a questo punto voglio precisare che le valute, come le restanti classi, sono consigliate solo ad investitori esperti e con un considerevole patrimonio. 

L’investimento in valute (Forex in inglese), rappresenta un classe di attivo. L’operazione è molto semplice poichè si dovrà solo acquistare la valuta desiderata effettuando un cambio con l’euro.  

Vi sono molti modi  per fare l’acquisto. Si può cambiare direttamente nelle banche o nei centri cambio autorizzati o fare tutto tramite internet con i numerosi strumenti a disposizione oggi. 

Attenzione però perchè per molti, me compreso, questa classe di attivo,  non è un vero e proprio investimento ma una semplice speculazione. Si guadagna unicamente nel caso in cui  la valuta scelta si rivaluti nei confronti della propria.  Cambiando infatti 1000 euro in dollari si guadagnerà unicamente quando quest’ultimo si apprezzi nei confronti dell’euro. Non vi è nessuna distribuzione di  utili né di  cedole periodiche. 

Aggiungo inoltre che nelle obbligazioni e nelle azioni si può tranquillamente includere questa classe scegliendo titoli denominati in valuta differente dall’euro, ma mantenendo i vantaggi imparati e riducendo notevolmente il rischio associato. 

IMMOBILI

L’immobiliare è una delle classi, se non la classe  più amata dal nostro popolo. Come è intuibile l’investimento consiste nell’acquistare totalmente o parzialmente il buon e vecchio “mattone”. 

Se il patrimonio disponibile è importante si può acquistare direttamente un’abitazione e metterla a reddito, oppure se si hanno meno denari, si possono acquistare quote di un immobile. Questo può avvenire o tradizionalmente, pensiamo alle multiproprietà usate spesso negli anni passati, oppure attraverso strumenti finanziari appositi. 

E’ possibile fare anche operazioni di compravendita immobiliare (trading). Esse consistono in un acquisto finalizzato ad una celere rivendita. Ne sono esempio chi acquista un immobile, lo ristruttura e lo rimette sul mercato cercando un profitto. Generalmente questa tipologia di investimenti vengono effettuate da aziende specializzate nel settore ma sono possibili anche per i privati cittadini. 

La prima casa acquistata per uso personale merita un discorso approfondito a parte poiché ci sono diverse teorie di pensiero. Alcuni non considerano la propria abitazione un investimento mentre altri si. Approfondirò l’argomento in un articolo dedicato.

Passiamo ai rischi associati al settore immobiliare.

Il più noto per chi decide di mettere a reddito una casa è sicuramente il rischio di insolvenza. Questo si verifica nel momento in cui un affittuario non riesca a pagare regolarmente il canone di locazione.

 Il secondo è quello che chiamo rischio di posizione (location). Per spiegarlo in parole semplici, un immobile acquistato in una zona oggi a 100 non è detto che fra 10 anni valga sempre 100. Questo perchè ci sono fattori, non controllabili né prevedibili dall’investitore, che ne modificano anche sensibilmente il valore. Primo fra tutti l’aspetto lavorativo. 

Il terzo rischio è quello dei  costi. Un immobile è soggetto infatti  a costi in fase di acquisto (notario, imposte, agenzia immobiliare), costi di mantenimento come manutenzioni e tasse varie come l’IMU che influiscono negativamente sulla percentuale di guadagno. 

LUSSO E ARTE

Classe di attivo poco nota alla maggioranza della popolazione, è riservata ad una fascia ristretta di investitori dotati di competenze e patrimoni fuori dalla media. Per portare qualche esempio, rientrano nella categoria orologi, diamanti, gioielli, opere d’arte varie come quadri, sculture e affini. Ma anche veicoli a motore d’epoca e non e via discorrendo. 

I vantaggi di questa asset di investimento sono:

  • elevati margini di guadagno: chi può permettersi di investire in lusso e arte in genere lo fa poiché la differenza di prezzo fra acquisto e vendita è molto elevato;
  • piacere nel possesso: vi è un indubbio piacere nel possedere, usare e sfoggiare una bella automobile d’epoca o un quadro di un autore famoso nel proprio soggiorno. 

Gli svantaggi invece sono:

  • prezzo di acquisto elevato: come detto per accedere a questa classe occorre disporre di molti capitali;
  • rischio di liquidabilità: ovvero  difficoltà a vendere celermente e rientrare dei propri capitali.  Al pari, se non peggio, delle azioni non quotate in borsa, anche i beni di lusso e le opere d’arte possono richiedere tempi lunghi per la vendita vista la poca richiesta sul mercato. 

FONDI SPECULATIVI 

L’ultima classe di attivo è riservata ai fondi speculativi, o in inglese Hedge Fund).

Gli Hedge Fund sono fondi nati alla fine degli anni ‘40 negli Stati Uniti, ed hanno come obiettivo la ricerca di elevatissimi rendimenti. 

Per fare questo operano nel mercato azionario ricercando ed acquistando (anche a leva) titoli sottovalutati e vendendo a scoperto titoli molto quotati. Senza entrare nel dettaglio, questo strumento ha un elevato rischio di volatilità ed è destinato a quegli investitori che ricercando il massimo profitto, accettano di assumersi un rischio di perdita sul breve periodo molto elevato. 

Non vanno confusi con i tradizionali fondi comuni d’investimento dove il guadagno è subordinato alla tutela del capitale investito. 

CONCLUSIONE

L’obiettivo di questo articolo è quello di elencare e dare una descrizione generale delle varie classi di attivo presenti sul mercato. Spero di esserci riuscito senza dilungarmi troppo.

 So che per un neofita può sembrare tutto molto difficile ma con il tempo è la costanza, quello che adesso sembra confuso e fuori dalle proprie corde diventerà semplice e servirà ad evitare errori e cattivi investimenti che possono portare alla perdita di denaro.

 Seguiranno articoli dedicati ad ogni singola classe. Grazie a tutti per l’attenzione. Al prossimo articolo.

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