Su questo sito parlo spesso di obbligazioni (Bonds in inglese). Sarebbe infatti impossibile operare, con ottimi risultati, sui mercati finanziari senza conoscere, utilizzarle ed apprezzare questo strumento. Nei precedenti articoli ho spiegato cosa sono, le caratteristiche principali, i vantaggi e quali rischi presentano all’investitore.
Essendo una macro classe di attivo, possiamo trovare moltissime tipologie di obbligazioni, tutte simili per funzionamento, ma con caratteristiche e criticità ben diverse.
Oggi voglio parlarti di uno specifico tipo, molto in voga negli ultimi anni: le obbligazioni high yield. Capiremo insieme cosa sono, che peculiarità hanno, a chi sono indicate e come possono essere inserite con successo in un portafoglio bilanciato. Iniziamo.
Buongiorno e bentornato caro lettore. Io sono Giuseppe, risparmiatore, investitore e fondatore del portale Vivi con Poco.it. Periodicamente fornisco articoli, materiale e spunti di riflessioni per aiutarti a migliorare le tue competenze in ambito finanziario ed il tuo rapporto con il denaro.
Obbligazioni high yield: cosa sono
Come tutti gli strumenti obbligazionari, le high yield sono contratti stipulati tra due parti: l’emittente e l’acquirente. L’acquirente può essere sia una persona fisica che una entità giuridica, l’emittente invece può essere una società quotata o non quotata in borsa. Ricorda inoltre, che anche le istituzioni pubbliche ed i vari stati nazionali possono emettere obbligazioni: i titoli di stato. Il nome cambia ma il prodotto rimane sostanzialmente identico.
Le differenze fra gli strumenti oggetto di questo articolo ed il resto delle obbligazioni risiedono sostanzialmente in due fattori: il rendimento ed il rischio associato. Come dice la parola stessa infatti:
high yield significa alto rendimento
In parole semplici: sono quei titoli che fra prezzo di acquisto e le cedole rendono all’investitore più della media del mercato.
Attenzione però perché un motivo c’è. Non mi stanco mai di ripetere il fondamentale concetto che: non esiste alcun investimento senza rischio associato. Di conseguenza, maggiore sarà il potenziale rendimento maggiore sarà il rischio che dovrai accollarti.
Proprio per questo, l’investitore che intende acquistare questa tipologia di bond dovrà assumersi più rischi rispetto alle obbligazioni tradizionali, come per esempio le plain vanilla.

I rischi associati allo strumento
Nelle obbligazioni ad alto rendimento, il principale rischio da tenere in considerazione è quello emittente (o rischio default).
Questo si verifica quando il soggetto che emette il titolo fallisce prima della scadenza dello stesso, rendendo impossibile (o molto improbabile) il rimborso totale o parziale del debito contratto ed il pagamento delle cedole spettanti.
Inoltre alle high yield è associato, in forma molto superiore alle altre obbligazioni, anche il rischio liquidabilità. Quest’ultimo si presenta quando si incontrano serie difficoltà nel vendere l’obbligazione sul mercato secondario, prima della scadenza naturale del titolo.
Solitamente infatti, questi strumenti hanno un’offerta molto superiore alla domanda. Questo si tramuta in una maggiore difficoltà nel trovare qualcuno disposto ad acquistare il nostro bond, con un conseguente aumento dei tempi necessari alla vendita. Nei casi peggiori non ci riuscirai proprio, e dovrai pazientare fino alla naturale scadenza del contratto.
Rimangono invece uguali tutte le altre criticità presenti per questa classe di investimento, ovvero:
- rischio interesse: questo avviene quando il prezzo del titolo diminuisce a seguito dei cambi periodici dei tassi di interesse a mercato. Più è lungo il contratto, maggiore sarà potenziale questo rischio;
- rischio inflazione: presente quando il tasso inflattivo supera il rendimento del bond. Anche in questo caso, maggiore sarà la durata del titolo, maggiore sarà la percentuale di rischio associato;
- rischio cambio: noto anche come rischio valuta o rischio valutario, è associato a tutti quei titoli denominati in una moneta differente da quella del paese in cui l’investitore risiede. Il cambio infatti può incidere sia positivamente, sia negativamente sul rendimento effettivo dello strumento

I vantaggi dei bonds high yield
Dopo le criticità, andiamo ad analizzare i pregi di questo strumento. Qui la spiegazione è molto semplice:
le high yield rendono molto di più della media di mercato.
Come accennato prima, più il rischio cresce più il rendimento potenziale aumenta. Essendo molto più rischiose rispetto ai bond plain vanilla, le high yield offrono una potenziale rendita molto più alta.
Negli ultimi anni, il mercato obbligazionario ha avuto rendimenti minimi. Dal secondo dopoguerra ad oggi, il rendimento non è mai stato così basso come nell’ultimo lustro.
Vuoi per effetto delle politiche monetarie molto espansive delle banche centrali, vuoi per la crisi economica in corso ed il basso costo del denaro, i rendimenti dei titoli obbligazionari considerati “sicuri” (a dieci anni) sono spesso negativi. Ovviamente questa è un’anomalia storica, che non potrà durare per sempre, ma al momento così è.
Gli investitori però, difficilmente si accontentano di rendimenti molto bassi o negativi. Questa situazione infatti, ha spinto molte persone verso l’acquisto di obbligazioni si più rischiose, ma con rendimenti più alti.
C’è da dire infine che, nonostante un potenziale guadagno più alto, la tassazione vigente rimane invariata. I bonds high yield infatti, sono soggetti alla stessa tassazione di quella della classe di attivo corrispondente.

Agenzie di rating: i giudici degli emittenti
Devi sapere che tutte le realtà che emettono titoli di debito, sono soggette ad un giudizio periodico sulle loro capacità di rimborso e sulla solidità patrimoniale. Più risulteranno solvibili e solide, maggiore sarà il punteggio a loro assegnato.
L’onore e l’onere di giudicare è in mano alle note agenzie di rating o agenzie di valutazione. Queste, in base a parametri ben precisi, riguardanti appunto i criteri sopracitati, attribuiscono un punteggio ad ogni soggetto. Maggiore sarà il punteggio, minore sarà il rischio emittente dei titoli legati alla data azienda.
Le più famose ed autorevoli agenzie rating a livello mondiale, sono le statunitensi:
- Standard & Poor’s;
- Moody’s;
- Fitch Investors Service.
Per darti un metro di valutazione, il giudizio di queste 3 aziende può influenzare i criteri di valutazione dei titoli emessi da tutte le società e gli stati del mondo.
Per ordine di importanza, la giapponese Nippon Investor’s Service e l’inglese IBCA, seguono a ruota le agenzie americane.
In Italia, l’azienda con maggior autorevolezza in materia è la società Cerved Group S.p.A, specializzata nell’analisi della solvibilità e del merito creditizio delle imprese nazionali.

Investiment grade e non investiment grade
In base al punteggio assegnato, che va tripla A a D (passando per molti livelli intermedi), i titoli di debito si dividono in due grandi categorie:
- obbligazioni da investimento o investiment grade;
- obbligazioni speculative note anche come non investiment grade.
Più basso sarà il punteggio assegnato, maggiore sarà il rendimento dello strumento ma più alto sarà il rischio per l’investitore.
Per il soggetto emittente inoltre, avere un rating basso sarà un vero e proprio disastro. Potrei annoiarti con dati e numeri per ore ma, per il momento, ti basti sapere che più basso sarà il giudizio, maggiori saranno le difficoltà per le aziende e gli stati nel trovare finanziatori.
Pochi investitori infatti, sono disposti a prestare soldi a realtà poco solvibili, mettendo a rischio il capitale. Inoltre, quei pochi che lo faranno , esigeranno ovviamente un tasso molto più alto della media del mercato per compensare il rischio.
Devi sapere inoltre che, per legge, la maggior parte delle banche e degli intermediari finanziari non possono trattare facilmente i bond speculativi. Questi infatti, non possono essere inseriti nella maggior parte dei fondi comuni di investimenti che adottano un profilo conservativo (i più scelti dalla popolazione italica), come fondi pensione integrativi ecc.
Nella tabella sottostante puoi trovare tutti i gradi di giudizio assegnati dalle maggiori agenzie di valutazione del mondo, con il corrispondente grado di rischio.
Categoria | Fitch | S&P | Moody’s | Probabilità fallimento emittente | Rischio associato |
Investimento – Investment Grade | AAA | AAA | Aaa | 0,01% | Minimo |
Investimento – Investment Grade | AA+ | AA+ | Aa1 | 0,02% | Modesto |
Investimento – Investment Grade | AA | AA | Aa2 | 0,03% | Modesto |
Investimento – Investment Grade | AA- | AA- | Aa3 | 0,04% | Modesto |
Investimento – Investment Grade | A+ | A+ | A1 | 0,05% | Medio – Basso |
Investimento – Investment Grade | A | A | A2 | 0,07% | Medio – Basso |
Investimento – Investment Grade | A- | A- | A3 | 0,09% | Medio – Basso |
Investimento – Investment Grade inferiore | BBB+ | BBB+ | Baa1 | 0,13% | Accettabile |
Investimento – Investment Grade inferiore | BBB | BBB | Baa2 | 0,18% | Accettabile |
Investimento – Investment Grade inferiore | BBB- | BBB- | Baa3 | 0,30% | Accettabile |
Speculativa – Non Investment Grade | BB+ | BB+ | Ba1 | 0,50% | Accettabile con attenzione |
Speculativa – Non Investment Grade | BB | BB | Ba2 | 0,90% | Accettabile con attenzione |
Speculativa – Non Investment Grade | BB- | BB- | Ba3 | 1,60% | Accettabile con attenzione |
Molto speculativa – Non Investmente Grade inferiore | B+ | B+ | B1 | 2,60% | Acc. con monitoraggio continuo |
Molto speculativa – Non Investmente Grade inferiore | B | B | B2 | 4,50% | Acc. con monitoraggio continuo |
Molto speculativa – Non Investmente Grade inferiore | B- | B- | B3 | 7,50% | Acc. con monitoraggio continuo |
Molto speculativa – Non Investmente Grade inferiore | CCC | CCC+ | Caa1 | 13,00% | Acc. con monitoraggio continuo |
Molto speculativa – Non Investmente Grade inferiore | CC | CCC | Caa2 | 16,00% | Molto alto – strettissimo monitoraggio |
Molto speculativa – Non Investmente Grade inferiore | C | CCC- | Caa3 | 20,00% | Molto alto – strettissimo monitoraggio |
Molto speculativa – Non Investmente Grade inferiore | DDD | CC | Ca | 26,00% | Altissimo |
Molto speculativa – Non Investmente Grade inferiore | DD | SD | C | 33,00% | Altissimo |
Molto speculativa – Non Investmente Grade inferiore | D | D | – | 50,00% | Altissimo |

Esempio pratico: il caso dello spread italiano
Qualcuno di voi ricorda certamente la forte crescita esponenziale dello spread sui titoli di stato italiani, avvenuta dal 2011 in poi. In quell’occasione, in data 30 dicembre, si raggiunse l’altissimo punteggio di 528.
I principali quotidiani e tutti i telegiornali non parlavano di altro ma, ad oggi, molte persone non hanno ancora capito cosa sia realmente successo e perché.
Prima del 2011, questa tematica era pressoché sconosciuta. Proviamo a spiegare l’accaduto in modo semplice.
In quegli anni era esplosa la crisi dei debiti sovrani, ovvero di tutti quei paesi che avevano un alto debito pubblico ed una crescita economica modesta. L’Italia, per chi non lo sapesse, ha uno dei maggiori debiti del mondo.
Le agenzie di rating, iniziarono ad abbassare i giudizi sui paesi considerati a rischio insolvenza come Italia, Irlanda, Spagna, Portogallo e Grecia innescando pesantissime vendite di titoli di stato delle nazioni in oggetto.
La reazione a catena era iniziata. Più le vendite aumentavano, più il rating di solvibilità si abbassava. Più il giudizio si abbassava più le vendite aumentavano, e così via.
In pochi mesi, l’Italia era passata da un rating AA a BBB-, ovvero l’ultimo grado della classe di investment grade. Un’altra discesa sarebbe stata disastrosa per il bel paese.
Fu necessaria la creazione di un governo tecnico in tutta fretta, presieduto appunto dal professor Mario Monti, e l’accettazione di dure riforme economiche per correre ai ripari e cercare di mettere una pezza alla situazione ormai divenuta insostenibile nel lungo periodo.
Ora, non voglio entrare nel merito dei giudizi. Molti pensano che ci sia stata una voluta speculazione partita dall’alto, altri invece ad una naturale scelta dei mercati finanziari. Quello che mi interessa e che tu comprenda il concetto associato, che è estremamente importante.
Più il soggetto che emette un bond è considerato a rischio, più alto sarà l’interesse che dovrà pagare per ottenere credito dal mercato.
Al pari di una qualunque azienda privata, gli stati possono essere in qualunque momento declassificati se i parametri di solidità e solvibilità cambiano. Questo è esattamente quello che è successo in quegli anni all’Italia. I mercati hanno percepito un cambiamento connesso al rischio associato ai titoli di stato italici ed hanno reagito di conseguenza. Fortunatamente la situazione è rientrata. Se così non fosse stato, ci saremmo trovati in seria difficoltà (molto più di quanto ci troviamo adesso).

Come si guadagna con questi strumenti
Al pari di tutte le obbligazioni, questi bonds posso possono premiare l’investitore in due modi:
- attraverso il guadagno in conto capitale;
- grazie alla rendita delle cedole.
Per guadagno in conto capitale, si intende la differenza di prezzo fra acquisto e vendita dello stesso. Se lo vendi ad un prezzo maggiore rispetto al costo di acquisto avrai un guadagno, in caso contrario dovrai accollarti una perdita.
La rendita cedolare invece è la percentuale di interesse riconosciuta periodicamente al possessore dello strumento. Il tasso, la frequenza dei pagamenti e la durata del contratto vengono stabiliti in fase di emissione del titolo.
Per quale investitore sono indicate
Arrivato a questo punto dell’articolo, avrai ben chiaro che lo strumento in questione ha un grado di rischio maggiore rispetto alla media del mercato di riferimento.
Proprio per questo motivo, a differenza di altri bond (come per esempio le obbligazioni plain vanilla), le high yield sono indicate ad un investitore esperto, in grado di sopportare una maggiore volatilità ed un maggior rischio. Se sei alle prime armi, ti consiglio di orientarti verso strumenti più sicuri. Guadagnerai di meno certo, ma avrai più sicurezza sul capitale investito.
Al di là delle competenze, anche la dimensione del patrimonio è molto importante in fase di scelta. Se hai capitali importanti, allora lo strumento in questione può fare al caso tuo. Puoi infatti diversificare bene, inserendo all’interno del paniere anche strumenti più rischiosi, come questo. Se disponi invece di poche migliaia di euro, vale lo stesso discorso di prima: orientati su prodotti più sicuri. In questo modo potrai dormire “sonni più tranquilli”, e concentrare i tuoi sforzi sull’accrescimento del capitale investibile a tua disposizione.

I miei consigli
Dopo aver elencato pregi e difetti, voglio condividere con te 4 consigli utili per gestire correttamente questi bond ed inserirli con successo all’interno di un portafoglio ponderato e ben bilanciato:
- Orientati su titoli a breve – media scadenza: come ho scritto nelle righe precedenti, maggiore è la durata del contratto maggiore sarà il rischio associato. Essendo gli emittenti, realtà poco solide e solvibili, i cambiamenti finanziari possono avvenire in breve periodo. Riducendo la durata, ridurrai di molto le tue criticità. Per darti un numero, non andare mai oltre i 5 – 7 anni di contratto;
- Monitora frequentemente i tuoi investimenti: tieni sotto controllo la situazione con frequenza. Un controllo mensile, o meglio ancora ogni 2 settimane, permette di aver sempre sotto controllo la situazione e, se necessario, di apportare per tempo le eventuali modifiche ai tuoi investimenti;
- Prediligi i fondi di investimento: rispetto allo strumento singolo, il fondo permette di accrescere notevolmente il livello di diversificazione e, di conseguenza, di abbassare il rischio. Facciamo un esempio. Se sei interessato all’acquisto di titoli di stato tunisini o turchi, non acquistarli direttamente. Cerca invece un fondo che al suo interno abbia una serie di titoli, inclusi quelli di tuo interesse;
- Non più del 10 % del portafoglio: stai sempre al di sotto di questa soglia. Capisco che i rendimenti alti attirano sempre ma, non commettere l’errore di inseguire ad oltranza il guadagno. Troppe persone si “fanno male” sopravvalutando la propria tolleranza al rischio.
In conclusione
Siamo arrivati alla fine di questo articolo. Spero che i contenuti trattati siano stati di tuo interesse. Come di consueto, ti invito a scrivere nei commenti eventuali domande, dubbi o richieste di chiarimento.
Se preferisci puoi contattarmi anche tramite mail o tramite la mia pagina Facebook. ti risponderò il prima possibile.
Ricorda sempre che, gli strumenti finanziari non vanno mai scelti singolarmente, ma abbinati e modulati con sapienza per creare un portafoglio performante sul lungo periodo, sicuro e ben diversificato.
Con questo è veramente tutto. Io ti ringrazio per l’attenzione e ti do appuntamento al prossimo articolo. Ciao.