Perché vivere con poco

La semplicità è uno dei principi fondamentali della mia vita. Da anni, ormai, gestisco al meglio le mie entrate e le abitudini di spesa, con l’obiettivo di essere il più frugale e parsimonioso possibile. In parole povere, cerco di vivere con poco

In un mondo dove il consumismo e l’ostentazione la fanno sempre più da padrone, perché scegliere di andare controcorrente? Quali sacrifici bisogna sostenere e quali vantaggi si possono trarre da questa scelta di vita? Ne parliamo in questo articolo. 

Buongiorno e bentornati cari lettori. Io sono Giuseppe, risparmiatore, investitore e fondatore del sito Vivi con Poco.it. Periodicamente fornisco spunti di riflessione ed articoli con la speranza di aiutare il lettore a raggiungere i propri obiettivi finanziari e di vita.

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 Vivere con poco: una filosofia di vita

Avete mai sentito parlare di decrescita felice o di semplicità volontaria? Sono filosofie di pensiero che hanno alla base un principio molto semplice: 

più basso sarà il tenore di vita, meno risorse occorreranno per sostenerlo.

 In altre parole, meno soldi ci servono tutti i mesi per coprire tutte le nostre spese, meno si dovrà obbligatoriamente guadagnare per sbarcare il lunario. 

La teoria della semplicità volontaria è conosciuta in tutto il mondo con l’acronimo di FIRE (Financial Independence, Retire Early). In italiano Fire è traducibile con: indipendenza finanziaria, uscita anticipata.

Due concetti che non hanno bisogno di molte spiegazioni per essere compresi. Per uscita anticipata si intende l’uscita dal mondo del lavoro o, in altri termini, la pensione anticipata. Per indipendenza finanziaria s’intende l’autosufficienza economica, ovvero il non dover dipendere da una fonte di reddito terza (stipendio, assegno INPS ecc). I soldi risparmiati, e correttamente investiti, generano una rendita sufficiente per coprire tranquillamente il proprio tenore di vita. 

Sono consapevole che, per il lettore che si approccia casualmente a questi concetti, questi obiettivi possono sembrare estremamente ardui (per non dire irraggiungibili) e puramente teorici ma vi assicuro che non è così. 

Da decenni, molte persone hanno sposato il concetto di parsimonia e semplicità volontaria, ottenendo ottimi risultati. Con la perseveranza, la dedizione e l’impegno costante si possono raggiungere traguardi molto ambiziosi ed importanti, anche partendo da zero.

A supporto di quanto scrivo, si possono trovare centinaia di testimonianze. Sono stati scritti libri, trattati ed innumerevoli articoli. Basta fare una semplice ricerca su Google per trovare materiale sufficiente ad impegnare il lettore per intere settimane. 

Il mio concetto di ricchezza

Vi siete mai chiesti cosa sia realmente la ricchezza? Questa parola scatena nella mente delle persone i concetti più disparati. La televisione ci ha abituati ad associare al termine ricchezza gli stereotipi più disparati: macchine di lusso, soldi a pioggia, orologi e preziosi vari, case da mille e una notte, vacanze da sogno e così via. In parole povere il possedere e lo sfoggiare, il ricoprire un determinato status sociale con un tenore di vita in linea con le aspettative del mondo. 

Per il sottoscritto il termine ricchezza ha un significato completamente diverso. Il mio metro di misura consiste in: 

Se da oggi non guadagnassi più un euro, per quanto potrei mantenere inalterato il mio tenore di vita?    

Maggiore è il lasso di tempo, maggiore è la ricchezza. Detto in questo modo, il concetto può sembrare assurdo ma, se ti fermi a riflettere, la mia visione ha perfettamente senso.

Il ruolo chiave del tenore di vita

Facciamo un esempio pratico per esprimere bene il concetto. I signori Pippo e Pluto, sono due cinquantenni, gran lavoratori, con moglie e due figli a carico ciascuno. Entrambi vivono e lavorano a Torino. 

Pippo è un avvocato affermato, ha un ottimo reddito annuale, intorno a 150.000 euro. Vive in una bella villetta di 250 metri quadri (sulla quale ha il mutuo) situata in un quartiere rinomato, i suoi figli frequentano la scuola privata, sia lui che la moglie hanno due automobili di importazione costate circa 50.000 euro ognuna. Varie carte di credito, cellulari ed elettronica “ultimo modello”. 

Escono abitualmente: cene in ristoranti rinomati, teatri, mostre ed affini. Le sue ultime vacanze, in Indonesia, sono costate circa 8000 euro. Pippo, inoltre, non presta molta attenzione alle sue spese, non lo ritiene consono al suo status, è un avvocato affermato e, come tale, deve comportarsi (secondo il suo pensiero). Per lui, se aumentano i costi, devono aumentare i guadagni derivanti dal suo lavoro. 

In sintesi, spende quasi tutto quello che guadagna per sostenere il suo tenore di vita. Nonostante il suo alto reddito, il patrimonio complessivo è piuttosto modesto. Escludendo il valore della casa, che ricordo, non è ancora totalmente pagata, ha risparmi per circa 100.000 euro.

Il signor Pluto è completamente diverso. E’ un lavoratore dipendente che, iniziando a 18 anni come operaio, ha fatto carriera con impegno e dedizione. Il suo tenore di vita è molto più modesto. Abita in un alloggio di 85 metri in zona periferica, comprato 25 anni prima e completamente pagato. I suoi figli frequentano la scuola pubblica ed in famiglia è presente una sola auto, acquistata usata, per 15000 euro, 6 anni fa. 

Pluto è molto parsimonioso ed attento alle spese. Ha una sola carta di credito (usata raramente), preferisce le cene a casa con amici piuttosto che il ristorante e le sue ultime vacanze sono costate meno di 2000 euro. Non possiede l’ultimo modello di smartphone e non dà peso a quello che la gente pensa di lui. 

Il suo tenore di vita assorbe circa la metà del suo stipendio. Tutto il resto viene regolarmente risparmiato e investito con oculatezza. Il signor Pluto non è un esperto di finanza ma si appoggia ad un consulente finanziario indipendente, che lo aiuta a far rendere al massimo i suoi risparmi. 

Il suo patrimonio, sempre escludendo l’abitazione principale, è di circa 150.000 euro. 

 Dopo aver conosciuto la situazione patrimoniale e le abitudini di spesa dei due soggetti, arriva la domanda fondamentale. Chi è più ricco fra il signor Pippo ed il signor Pluto?

Limitandoci ad un esame superficiale sicuramente l’avvocato. La sua auto è più moderna e costosa, la sua casa è più grande e il suo tenore di vita è nettamente più alto. 

Ma, analizzando la situazione da un altro punto di vista, la risposta cambia notevolmente.

In caso di perdita e di riduzione del lavoro e delle entrate, chi riuscirebbe a mantenere inalterato il suo tenore di vita più a lungo? Sicuramente il signor Pluto. 

Per questo motivo, Pluto è tranquillo dal punto di vista finanziario sia per il presente sia per il futuro. Pippo invece deve costantemente aumentare il suo impegno lavorativo per sopperire alle costanti (e crescenti) spese. E’ molto spaventato da un ipotetico imprevisto e non riesce a trovare la corretta via d’uscita, vivendo in uno stato di costante insicurezza. 

Anche se i nomi sono ovviamente di fantasia, i soggetti sono autentici. Sono due persone che conosco e con cui collaboro da anni.

Vivere con poco rende liberi

Gli imprevisti nella vita sono sempre dietro l’angolo. Pensate alla pandemia in corso, quanti effetti ha avuto sul mondo lavorativo? Pensate ad un incidente o a qualsiasi casualità renda impossibile continuare a lavorare o riduca drasticamente le entrate. Come si comporterebbero i due soggetti in esempio? 

Pippo, dando fondo a tutto il suo patrimonio, potrebbe mantenere lo stile di vita attuale per meno di un anno. Pluto invece, senza guadagnare un euro, circa 6. 

Ma non è tutto. Continuando di questo passo, il nostro avvocato quando potrebbe smettere di lavorare ed andare in pensione anticipata? La risposta è molto semplice: Mai.  

Il suo reddito viene completamente assorbito dalle spese annuali. I suoi asset finanziari, inoltre, sono assolutamente insufficienti per generare entrate necessarie a sostituire quelle generate dal lavoro. Pluto, invece, può anticipare la data della pensione di almeno 6 anni.  

Ovviamente, non tutti hanno lo stesso obiettivo. La pensione anticipata, nonostante sia uno dei desideri più grandi del nostro popolo, non è l’unico punto di arrivo. 

Il concetto chiave che deve passare è molto più importante ed ampio. Vivendo con pochi soldi sarete più indipendenti. L’attesa dello stipendio mensile è una dipendenza a tutti gli effetti, al pari del tabagismo, della ludopatia, ecc. Proprio per questo, è stato coniato il termine “indipendenza finanziaria”. 

Riducendo le spese, diminuirà la necessità di reddito e, di conseguenza, ridurrai la dipendenza dal tuo datore di lavoro. Con tempo e dedizione il risparmio, accumulato e ben gestito, ti permetterà di generare una rendita sufficiente per vivere senza lavorare.

 Potrai impiegare il tuo tempo come preferisci facendo ciò che davvero ti rende felice. Attenzione:  se il lavoro che hai sempre fatto ti aggrada e soddisfa, nessuno ti vieta di continuare ma sarà una tua scelta, non una necessità. Ecco spiegata in poche righe la libertà finanziaria. Potremmo parlarne per giorni, facendo innumerevoli esempi, ma il concetto chiave è proprio questo. 

Consigli utili per iniziare

Se hai perseverato nella lettura fino a questo punto, vuol dire che i contenuti sono stati di tuo interesse e per questo ti ringrazio anticipatamente.  Premesso questo, in che modo puoi iniziare anche tu a vivere con pochi soldi? Come puoi iniziare a percorrere la strada della parsimonia e della semplicità volontaria in modo semplice ed efficace?

Voglio suggerirti un metodo chiaro, semplice e immediatamente praticabile: 

vivi al di sotto delle tue possibilità. 

Se guadagni 100, cerca di spendere solo 80 e mettere da parte 20, se guadagni 500 cerca di spendere solo 400 e mettere da parte 100, e così via. 

Questo, a mio avviso, è il primo e più importante concetto da apprendere. In questo sito puoi trovare decine di suggerimenti utili per risparmiare: dal ristorante al riscaldamento, dalla spesa allo shopping ecc. 

 Anche in rete potrai trovare decine di consigli validi su come risparmiare denaro ma, se non entri nella giusta mentalità, saranno abbastanza inutili. Abituati fin da subito a risparmiare qualcosa dal tuo stipendio e ad accantonarlo. 

Nelle fasi iniziali non preoccuparti di investire al meglio le somme accantonate, di rendite o altri concetti simili. Inizia semplicemente a ridurre il tuo tenore di vita, spendendo meno di quello che guadagni e, se già lo fai, annota tutte le uscite mensili e cerca di ridurle. Il resto verrà dopo. 

Conclusione

Anche per oggi, siamo arrivati alla fine dell’articolo. Spero che tutto sia stato chiaro e semplice nella comprensione. Il concetto trattato è molto profondo e importante. Una corretta riduzione delle spese può cambiare drasticamente la tua vita e permetterti di raggiungere obiettivi molto ambiziosi

Se hai dubbi, domande o richieste di chiarimento non esitare a scrivermi. Puoi farlo tramite i commenti o, se preferisci, via mail o Facebook. Sarà mia cura risponderti il prima possibile. 

Per oggi è veramente tutto. Grazie per l’attenzione. Al prossimo articolo. Ciao.

2 commenti su “Perché vivere con poco”

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